Le aziende interessate sono invitate a partecipare alla presentazione del Rapporto di previsione del Centro Studi Confindustria “L’economia italiana tra rialzo dei tassi e inflazione alta”, che si terrà sabato 25 marzo alle ore 10.30, sia in presenza in Confindustria, Viale dell’Astronomia 30, sia in diretta streaming su www.confindustria.it.
Per seguire l’evento è necessario iscriversi cliccando qui.
Presenta il Rapporto il Direttore del Centro Studi Confindustria Alessandro Fontana.
Ne discutono Giada Giani (Economista Senior Eurozona Citi) e Sergio De Nardis (Senior Fellow LUISS School of European Political Economy).
Interviene Adolfo Urso (tbc), Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
Conclude il Vice Presidente per l’Organizzazione, lo Sviluppo e il Marketing di Confindustria, Alberto Marenghi.
Modera Janina Landau (Responsabile sede di Roma di Class CNBC).
Tutte le imprese associate sono invitate alla compilazione del questionario “Cyber Index PMI”- presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria - primo tassello del futuro “Cyber Index italiano”, che fornirà un quadro complessivo sullo stato di adozione delle misure per la sicurezza informatica del Paese e che confluirà nel Cyber Index europeo. In particolare, per tante PMI la partecipazione all'iniziativa può rappresentare una prima occasione per affrontare il tema della sicurezza informatica e aprire la strada a successivi e necessari approfondimenti e interventi tecnici e tecnologici per la loro messa in sicurezza.
Si evidenzia che, alla luce dei recenti attacchi informatici registrati su scala globale alle infrastrutture critiche pubbliche e private, e che stanno tuttora interessando alcuni asset strategici del nostro Paese, compromettendo l’operatività di Pubbliche Amministrazioni e degli impianti industriali e produttivi, Confindustria ritiene fondamentale contribuire ad innalzare il livello di consapevolezza delle nostre associate sul tema della sicurezza informatica, primo passo necessario per contribuire alla messa in protezione degli asset strategici delle imprese.
L’accordo siglato da Confindustria con l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity - ACN, Generali e l’Osservatorio sulla Cybersecurity del Politecnico di Milano va proprio in questa direzione, ovvero stimolare le imprese associate a verificare lo stato di adozione di strumenti e misure di sicurezza informatica volte a proteggere il proprio patrimonio informativo, tecnologico e produttivo da attacchi informatici.
I dati inseriti dalle imprese associate - come riportato nel disclaimer di introduzione al questionario - saranno utilizzati da parte degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano esclusivamente per le finalità di ricerca legate all'iniziativa Cyber Index PMI. Inoltre, a tutte le imprese che lo richiederanno saranno inviati i risultati complessivi della survey, oltre ad un report personalizzato sul proprio posizionamento rispetto al campione complessivo.
Per contribuire ad innalzare il livello di resilienza del Sistema Nazionale di Cybersecurity, di cui sono parte integrante tutti i soggetti che utilizzano tecnologie connesse, è necessario raggiungere il più ampio numero di imprese, attraverso la compilazione del modulo on line presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria. Si ringraziano fin d'ora tutte le imprese che vorranno partecipare. La compilazione dovrà avvenire entro il 27 marzo.
Tutte le imprese associate sono invitate alla compilazione del questionario “Cyber Index PMI”- presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria - primo tassello del futuro “Cyber Index italiano”, che fornirà un quadro complessivo sullo stato di adozione delle misure per la sicurezza informatica del Paese e che confluirà nel Cyber Index europeo. In particolare, per tante PMI la partecipazione all'iniziativa può rappresentare una prima occasione per affrontare il tema della sicurezza informatica e aprire la strada a successivi e necessari approfondimenti e interventi tecnici e tecnologici per la loro messa in sicurezza.
Si evidenzia che, alla luce dei recenti attacchi informatici registrati su scala globale alle infrastrutture critiche pubbliche e private, e che stanno tuttora interessando alcuni asset strategici del nostro Paese, compromettendo l’operatività di Pubbliche Amministrazioni e degli impianti industriali e produttivi, Confindustria ritiene fondamentale contribuire ad innalzare il livello di consapevolezza delle nostre associate sul tema della sicurezza informatica, primo passo necessario per contribuire alla messa in protezione degli asset strategici delle imprese.
L’accordo siglato da Confindustria con l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity - ACN, Generali e l’Osservatorio sulla Cybersecurity del Politecnico di Milano va proprio in questa direzione, ovvero stimolare le imprese associate a verificare lo stato di adozione di strumenti e misure di sicurezza informatica volte a proteggere il proprio patrimonio informativo, tecnologico e produttivo da attacchi informatici.
I dati inseriti dalle imprese associate - come riportato nel disclaimer di introduzione al questionario - saranno utilizzati da parte degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano esclusivamente per le finalità di ricerca legate all'iniziativa Cyber Index PMI. Inoltre, a tutte le imprese che lo richiederanno saranno inviati i risultati complessivi della survey, oltre ad un report personalizzato sul proprio posizionamento rispetto al campione complessivo.
Per contribuire ad innalzare il livello di resilienza del Sistema Nazionale di Cybersecurity, di cui sono parte integrante tutti i soggetti che utilizzano tecnologie connesse, è necessario raggiungere il più ampio numero di imprese, attraverso la compilazione del modulo on line presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria. Si ringraziano fin d'ora tutte le imprese che vorranno partecipare. La compilazione dovrà avvenire entro il 3 marzo.
L'economia italiana si avvia ad evitare la recessione anche nel 1° trimestre del 2023. Nelle previsioni dei diversi analisti per il 2023, il PIL italiano va meglio dell’atteso. Il prezzo dell’energia è sceso, quello dei metalli risale, ma c’è meno inflazione e quindi si intravede la svolta per i tassi. L’Italia si dimostra molto resiliente, con l’industria che migliora, anche se non le costruzioni, e i servizi in crescita. Tengono i consumi delle famiglie, gli investimenti sono in ripresa, ci sono più occupati ma anche più scarsità di manodopera. L’export è in frenata, tra un’Eurozona con una ripresa diseguale e gli USA in cui la crescita è senza industria.
Alleghiamo il link all'ultima Congiuntura Flash : https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/dettaglio/congiuntura-flash-febbraio-2023
Fonte: Centro Studi Confindustria
Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media Ue dell’8%. La percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese.
Oggi prima tappa a Verona, con Confindustria Veneto e Confindustria Verona per il ciclo di incontri “l’Intelligenza Artificiale a servizio delle PMI: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub. Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Saranno le imprese stesse, a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell’IA in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.
L’intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti.
Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l’IA rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati ISTAT del 2021, solo il 6,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Positivo però l’aumento che, secondo dati OCSE, continuano a registrare gli investimenti in capitale di rischio, la ricerca e il numero di talenti riferiti all’intelligenza artificiale, pur se, anche in questo caso, molto inferiori a paesi limitrofi come Germania o Francia.
Secondo Anitec-Assinform, l’Associazione che in Confindustria raggruppa le aziende ICT, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che l’AI raggiunga i 700 mln nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22% (cfr. Il Digitale in Italia 2022 v.2). L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cybersecurity, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA.
“L’intelligenza artificiale applicata all’impresa, nell’immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tech” ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria. “È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in termini di minori costi e maggiore efficienza, contribuendo anche al raggiungimento di criteri ESG sempre più richiesti dal mercato e dagli investitori. Per cogliere questa opportunità è necessario però supportare le nostre Pmi nella transizione digitale – ha osservato il leader delle PMI. Si tratta di un processo complesso, elaborato attraverso tecnologie interdipendenti e soprattutto competenze, attitudine mentale e capacità di trasformarsi. In questo quadro, poi, il ritardo italiano in termini di professionisti e studenti in materie STEM è un gap che non possiamo più permetterci e che rischia di pesare sempre di più sullo sviluppo e la crescita del Paese, sottraendo alle imprese il capitale umano necessario per essere competitive”.
Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, ha commentato: "Gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l’Intelligenza Artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori. I Digital Enabler, da un lato, consentono alle imprese di conoscere e monitorare al meglio i processi e, dall’altro, di produrre prodotti evoluti e con nuove funzionalità grazie a una profonda integrazione tra fisico e digitale. Le PMI rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del PNRR per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell’IA”.
Fonte: Centro Studi Confindustria
Tutte le imprese associate sono invitate alla compilazione del “Cyber Index PMI”- presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria - primo tassello del futuro “Cyber Index italiano”, che fornirà un quadro complessivo sullo stato di adozione delle misure per la sicurezza informatica del Paese e che confluirà nel Cyber Index europeo. In particolare, per tante PMI la partecipazione all'iniziativa può rappresentare una prima occasione per affrontare il tema della sicurezza informatica e aprire la strada a successivi e necessari approfondimenti e interventi tecnici e tecnologici per la loro messa in sicurezza.
Si evidenzia che, alla luce dei recenti attacchi informatici registrati su scala globale alle infrastrutture critiche pubbliche e private, e che stanno tuttora interessando alcuni asset strategici del nostro Paese, compromettendo l’operatività di Pubbliche Amministrazioni e degli impianti industriali e produttivi, Confindustria ritiene fondamentale contribuire ad innalzare il livello di consapevolezza delle nostre associate sul tema della sicurezza informatica, primo passo necessario per contribuire alla messa in protezione degli asset strategici delle imprese.
L’accordo siglato da Confindustria con l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity - ACN, Generali e l’Osservatorio sulla Cybersecurity del Politecnico di Milano va proprio in questa direzione, ovvero stimolare le imprese associate a verificare lo stato di adozione di strumenti e misure di sicurezza informatica volte a proteggere il proprio patrimonio informativo, tecnologico e produttivo da attacchi informatici.
I dati inseriti dalle imprese associate - come riportato nel disclaimer di introduzione al questionario - saranno utilizzati da parte degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano esclusivamente per le finalità di ricerca legate all'iniziativa Cyber Index PMI. Inoltre, a tutte le imprese che lo richiederanno saranno inviati i risultati complessivi della survey, oltre ad un report personalizzato sul proprio posizionamento rispetto al campione complessivo.
Per contribuire ad innalzare il livello di resilienza del Sistema Nazionale di Cybersecurity, di cui sono parte integrante tutti i soggetti che utilizzano tecnologie connesse, è necessario raggiungere il più ampio numero di imprese, attraverso la compilazione del modulo on line presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria. Si ringraziano fin d'ora tutte le imprese che vorranno partecipare. La compilazione dovrà avvenire entro il 28 febbraio.
Alla luce dei recenti attacchi informatici registrati su scala globale alle infrastrutture critiche pubbliche e private, e che stanno tuttora interessando alcuni asset strategici del nostro Paese, compromettendo l’operatività di Pubbliche Amministrazioni e degli impianti industriali e produttivi, Confindustria ritiene fondamentale contribuire ad innalzare il livello di consapevolezza delle nostre associate sul tema della sicurezza informatica, primo passo necessario per contribuire alla messa in protezione degli asset strategici delle imprese.
L’accordo siglato da Confindustria con l’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity - ACN, Generali e l’Osservatorio sulla Cybersecurity del Politecnico di Milano va proprio in questa direzione, ovvero stimolare le imprese associate a verificare lo stato di adozione di strumenti e misure di sicurezza informatica volte a proteggere il proprio patrimonio informativo, tecnologico e produttivo da attacchi informatici.
Tutte le imprese associate sono invitate alla compilazione del “Cyber Index PMI”- presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria - primo tassello del futuro “Cyber Index italiano”, che fornirà un quadro complessivo sullo stato di adozione delle misure per la sicurezza informatica del Paese e che confluirà nel Cyber Index europeo. In particolare, per tante PMI la partecipazione all'iniziativa può rappresentare una prima occasione per affrontare il tema della sicurezza informatica e aprire la strada a successivi e necessari approfondimenti e interventi tecnici e tecnologici per la loro messa in sicurezza.
I dati inseriti dalle imprese associate - come riportato nel disclaimer di introduzione al questionario - saranno utilizzati da parte degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano esclusivamente per le finalità di ricerca legate all'iniziativa Cyber Index PMI. Inoltre, a tutte le imprese che lo richiederanno saranno inviati i risultati complessivi della survey, oltre ad un report personalizzato sul proprio posizionamento rispetto al campione complessivo.
Per contribuire ad innalzare il livello di resilienza del Sistema Nazionale di Cybersecurity, di cui sono parte integrante tutti i soggetti che utilizzano tecnologie connesse, è necessario raggiungere il più ampio numero di imprese, attraverso la compilazione del modulo on line presente sulla homepage del sito Internet di Confindustria. Si ringraziano fin d'ora tutte le imprese che vorranno partecipare. La compilazione dovrà avvenire entro il 28 febbraio.
E' stata pubblicata l’annuale indagine di Confindustria sulle condizioni dell’occupazione nelle aziende associate, svolta tra febbraio e aprile 2022, fornisce per il 2021 informazioni su struttura dell’occupazione e politiche aziendali di gestione del lavoro nelle aziende associate. A questo link sono disponibili le tavole riassuntive e comparative relative alle principali variabili oggetto di indagine.
L’indagine di quest’anno torna a rilevare anche i dati relativi a orari di lavoro e assenze, che nel 2020 non erano stati raccolti in quanto ampiamente influenzati dal ricorso a forme di sospensione (totale o parziale) dell’attività lavorativa. Confermato anche quest’anno l’approfondimento sull’utilizzo dello smart working da parte delle imprese, anche in ragione della diffusione strutturale di tale modalità di organizzazione del lavoro dopo la crisi sanitaria.
I risultati indicano che, prima della pandemia, lo smart working era già presente in più di una impresa su dieci, tra quelle che hanno partecipato all’indagine (11,2%). In particolare, questa modalità di lavoro era maggiormente diffusa nei servizi, anche per la natura stessa dell’attività: il 14,4% delle imprese la utilizzava, contro il 9,4% nell’industria in senso stretto.
Durante le fasi acute della crisi sanitaria, lo smart working è stato adottato dalle imprese per assicurare il necessario distanziamento interpersonale, cruciale per evitare la diffusione dei contagi, e l’adozione di questa modalità di lavoro ha raggiunto picchi elevatissimi. Nel primo trimestre 2022, lo utilizzava ancora oltre un terzo delle imprese (37,6%), come somma del 27,7% che faceva ricorso al regime “semplificato” (introdotto nel 2020) e del 9,9% che lo aveva già adottato in via “strutturale” (secondo le disposizioni della legge 81/2017).
In prospettiva, nel post-pandemia si stima che la diffusione rimarrà doppia rispetto al pre-pandemia (al 20,3%), sommando le imprese che nella prima metà del 2022 avevano in programma di introdurlo entro 2 anni (10,4%) a quelle che lo avevano già introdotto (9,9%). Anche in questo caso, è il settore dei servizi a presentare un dato più alto rispetto al settore industriale (rispettivamente 26,3% e 16,8%).
L’indagine ha inoltre raccolto informazioni su altre politiche aziendali adottate dall’imprese in un anno particolarmente complicato: l’utilizzo dei trattamenti di integrazione salariale, l’applicazione di contratti collettivi aziendali e le materie regolate da questi accordi.
I risultati confermano un graduale riassorbimento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali nel 2021. Nel corso dell’anno il 31,9% delle imprese intervistate ha fatto ricorso ai trattamenti di integrazione salariale (CIG ordinaria, in deroga o assegno ordinario). Le percentuali sono del 31,5% e del 32,8%, rispettivamente, nell’industria in senso stretto e nei servizi.
In materia di contrattazione aziendale, si rileva che, a inizio 2022, la contrattazione aziendale coinvolgeva quasi un quarto delle imprese associate (il 23,3%). La diffusione è maggiore nell’industria in senso stretto (dove il contratto aziendale è presente nel 30,8% delle imprese) rispetto ai servizi (16,9%) e nelle imprese più grandi, con oltre 100 dipendenti (66,8%), rispetto a quelle più piccole, con meno di 15 (10,2%).
La diffusione della contrattazione aziendale mostra percentuali più elevate se calcolata sulla base degli addetti: risultano occupati presso aziende che la applicano il 60% dei dipendenti nel campione complessivo – media tra il 69,6% registrato nell’industria in senso stretto e il 47,2% registrato nei servizi.
Le materie regolate dal contratto aziendale, quando presente, sono principalmente i premi di risultato collettivi (62,2%), l’orario di lavoro (nel 53,9% dei casi), la conciliazione vita-lavoro (35,1%), il welfare aziendale (31,5%) e i protocolli per la sicurezza (30,7%).
1 . L’occupazione nelle imprese del Sistema Confindustria nel 2021
L’occupazione è aumentata, trainata dai contratti a termine Nel corso del 2021 l’occupazione dipendente complessiva nelle imprese associate a Confindustria è aumentata del 2,2%, sintesi di un incremento del 3,5% nelle imprese dei servizi e dell’1,3% nel settore dell’industria. L’aumento coinvolge le imprese di ogni classe dimensionale, da quelle con meno di 15 dipendenti (+2,1%), a quelle con 16-99 dipendenti (+2,0%), a quelle con più di 100 dipendenti (+2,2%).Nelle imprese associate, nel corso del 2021, l’occupazione della componente maschile risulta aumentata dell’1,6%%, mentre è cresciuta più sensibilmente l’occupazione femminile (+3,1%; Figura A).
Rispetto alla tipologia contrattuale, nel corso dello scorso anno si registra un boom di occupati a tempo determinato (+41 %), che a fine 2021 rappresentano il 5,8% dei dipendenti totali nelle imprese associate. Tiene l’occupazione a tempo indeterminato (+0,7% nell’anno), che risulta quella di gran lunga più diffusa nelle imprese associate (il 91,9% dei dipendenti è impiegato con tale contratto). Sostanzialmente stabili gli apprendisti (-0,2%), ma il dato medio nasconde un andamento differenziato tra settori, con un aumento nelle imprese dell’industria (+8,8%) e una contrazione in quelle dei servizi (-14,6%).
Per la lettura del testo completo si rinvia al seguente link: https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/valutazione-delle-politiche-pubbliche/dettaglio/Indagine-Confindustria-sul-lavoro-2022
Fonte: Centro Studi Confindustria
Cresce il rischio di stagnazione a fine 2022: il prezzo del gas è di nuovo in rialzo e balzano i tassi di interesse. L’industria accusa il colpo, le costruzioni sono in calo, ma reggono i servizi e gli occupati totali continuano a crescere. Extra-risparmio accumulato: verrà speso solo in parte per sostenere i consumi. L’export italiano è altalenante, tra la flessione dell’industria nell’Eurozona e la crescita lenta negli USA.
Alleghiamo il link all'ultima Congiuntura Flash
https://www.confindustria.it/home/centro-studi/temi-di-ricerca/congiuntura-e-previsioni/dettaglio/congiuntura-flash-dicembre-2022
Fonte: Centro Studi Confindustria
Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia, nel primo semestre del 2022 è proseguito il recupero dell'attività produttiva. Nella media del periodo il prodotto è stimato in crescita di circa il 5,3 per cento, una dinamica lievemente inferiore alla media nazionale (5,7 per cento), che ha riflesso l'indebolimento registrato nel secondo trimestre.
Dal sondaggio della Banca d'Italia realizzato tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre su un campione di imprese manifatturiere abruzzesi è emersa una crescita del fatturato nei primi nove mesi dell'anno, meno diffusa tra le piccole imprese e quelle orientate prevalentemente sul mercato domestico. Vi ha contribuito anche l'aumento dei prezzi di vendita praticato dalle imprese in risposta al forte rincaro delle materie prime, in particolare di quelle energetiche. L'espansione è stata molto più contenuta in termini di ore lavorate.
Le difficoltà di approvvigionamento di input produttivi, emerse lo scorso anno e peggiorate nel 2022, hanno continuato a rallentare l'attività di alcuni comparti particolarmente rilevanti per l'economia regionale, come quello dell'automotive. Le vendite all'estero delle imprese della regione hanno nel complesso risentito dell'andamento fortemente negativo del settore dei mezzi di trasporto, sebbene siano mediamente cresciute negli altri comparti, in particolare in quello chimico‑farmaceutico, della gomma e della metallurgia.
Le previsioni formulate dagli imprenditori per i prossimi mesi prefigurano un deterioramento delle prospettive di ripresa, in connessione con il calo del clima di fiducia e l'incertezza sull'evoluzione delle tensioni geopolitiche internazionali. La maggior parte delle aziende intervistate avrebbe rispettato i programmi di investimento formulati per il 2022, che si orientavano verso una ripresa della spesa; per il prossimo anno le previsioni indicherebbero una fase di sostanziale stagnazione del processo di accumulazione del capitale.
Il settore delle costruzioni ha continuato a beneficiare degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio; le transazioni immobiliari sono ulteriormente cresciute, sia nel comparto delle abitazioni sia in quello non residenziale.
Nel terziario è proseguita la ripresa dei livelli di attività, in concomitanza con il miglioramento del quadro epidemiologico e la progressiva eliminazione delle misure di contrasto alla pandemia. Il commercio sarebbe stato sostenuto dalla crescita dei consumi delle famiglie, che per l'intero 2022 sono però previsti in rallentamento a causa dell'aumento dell'inflazione e del peggioramento del clima di fiducia. Nel comparto delle autovetture, le immatricolazioni continuano a risentire fortemente dei rallentamenti produttivi determinati dalle tensioni lungo le catene di fornitura. Le presenze turistiche in regione sono significativamente aumentate rispetto allo scorso anno, anche grazie alla marcata ripresa dei flussi di visitatori stranieri che si sono portati ampiamente al di sopra dei valori del 2019; ne ha beneficiato anche l'attività dello scalo aeroportuale d'Abruzzo, il cui volume di transiti ha recuperato i livelli precedenti la pandemia.
La redditività delle imprese è lievemente aumentata rispetto all'anno precedente; in prospettiva gli utili aziendali potrebbero tuttavia risentire della contrazione dei margini di profitto e dei rallentamenti dei ritmi di produzione. La liquidità è lievemente diminuita, pur mantenendosi su valori storicamente elevati.
Nella prima parte dell'anno è proseguito il miglioramento del quadro occupazionale in regione, anche grazie alla crescita dei livelli di attività produttiva. La partecipazione al mercato del lavoro è aumentata, in particolare quella femminile. Nei primi otto mesi dell'anno la creazione di nuove posizioni lavorative alle dipendenze ha interessato prevalentemente le forme contrattuali a tempo determinato e il settore dei servizi, in particolare quello del turismo; si è al contempo registrata una ripresa delle attivazioni nette a tempo indeterminato. Nel corso dei mesi estivi la dinamica dell'occupazione dipendente ha tuttavia cominciato a indebolirsi rispetto ai ritmi dello scorso anno, pur mantenendosi al di sopra dei livelli del 2019.
La crescita dei prestiti ai residenti in regione si è rafforzata per effetto dell'accelerazione dei finanziamenti alle famiglie e alle imprese medio-grandi; dopo la forte espansione registrata nel 2020 e nei primi mesi del 2021, i prestiti alle piccole imprese hanno cominciato a contrarsi. I tassi di interesse sui prestiti a medio e a lungo termine concessi alle imprese e alle famiglie sono lievemente aumentati.
La progressiva rimozione delle misure di sostegno al credito introdotte con la pandemia non ha finora comportato ripercussioni sulla qualità degli affidamenti; il tasso di deterioramento dei prestiti permane su valori contenuti sia per le imprese sia per le famiglie. Si è anche ridotta la quota di finanziamenti per i quali le banche registrano un incremento significativo del rischio di credito dal momento dell'erogazione. La crescita dei depositi bancari si è ulteriormente attenuata rispetto agli elevati livelli osservati durante la pandemia, in particolare per le imprese.
Fonte : Banca D'Italia
In allegato testo della pubblicazione n.35 - L'Economia dell'Abruzzo
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