Dopo il voto di fiducia di ieri al Senato, la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il DDL di stabilità in una versione molto diversa da quella varata a ottobre dal Consiglio dei Ministri.
Il primo passaggio alla Camera dei Deputati, accogliendo le proposte di Confindustria, aveva conferito al provvedimento un’impostazione più coerente con le esigenze delle imprese. In quella fase, infatti, sono stati introdotti la riduzione del cuneo fiscale e contributivo e il credito di imposta per la ricerca, misure confermate nel testo approvato oggi.
Il successivo passaggio al Senato non è stato, invece, utilizzato per rafforzare e rendere immediatamente applicabili queste misure, nel caso del cuneo fiscale aumentando ulteriormente la deducibilità della base imponibile IRAP, in quello del credito di imposta introducendo misure di dettaglio per renderlo fruibile già nel 2013.
Inoltre, secondo Confindustria, trattandosi dell’ultimo provvedimento della legislatura, si sarebbe potuta estendere la portata del DDL con ulteriori interventi a sostegno delle imprese, in alcuni casi anche a costo zero. Il riferimento è, ad esempio, alla proposta sulla responsabilità solidale negli appalti (per escludere i pagamenti IVA e superare
gli oneri gravanti sull’appaltatore per inadempienze del subappaltatore).
L’ultima fase dell’iter, inoltre, è stata contraddistinta da numerosi micro interventi, poco organici e molto dispersivi sotto il profilo della destinazione delle risorse, con molteplici piccoli trasferimenti ad entità pubbliche e non profit. In alcuni casi, peraltro (ammortizzatori in deroga e attenuazione del regime per la ricongiunzione dei fondi previdenziali nel
pubblico impiego), per la copertura si è fatto ricorso a risorse destinate alle imprese, come quelle del Fondo di decontribuzione dei premi di produttività o gli stanziamenti per i rimborsi di imposta.
Il DDL ha poi inglobato il provvedimento di proroga termini normalmente adottato ogni fine anno. Alcune delle proroghe sono discutibili sotto diversi profili e di dubbia opportunità (es. lavoro in somministrazione, Città metropolitane e Province).
Rispetto a questo quadro, si registrano alcuni "scampati pericoli" dovuti ad una forte azione di contrasto da parte di Confindustria, tra i quali:
- la mancata modifica in senso peggiorativo dell'attuale disciplina in tema di perdite su crediti, come invece era stato proposto in Commissione Bilancio;
- la proroga di soli sei mesi, e non di un anno come inizialmente previsto, del termine per gli incentivi al fotovoltaico, garantendo così il rispetto del tetto di spesa di 6,7 miliardi di euro per l'incentivazione all'energia prodotta da fotovoltaico (in linea con il V Conto Energia);
- il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga senza attingere alle somme destinate ai fondi inteprofessionali.
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