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Venerdì, 18 Dicembre 2020 11:27

Sette giorni - newsletter di Confindustria del 18 dicembre

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I temi della settimana:

NEXT GENERATION PLAN: CON SOLI 9 MILIARDI, GLI INVESTIMENTI IN ECONOMIA DELLA SALUTE SONO IL FANALINO DI CODA NEL PIANO ITALIANO

"Le scienze per la vita sono al centro dell'attuale rivoluzione industriale", ma "l'investimento in sanità in Italia è troppo limitato". Così in una lettera sul Corriere della Sera il vicepresidente per Ricerca e Sviluppo Francesco De Santis, il Chair Life Science per il B20 Sergio Dompè e lo Special Advisor per le Life Science Gianfelice Rocca sostengono che: "Il Next Generation Plan rappresenta per molti Paesi europei un'ulteriore opportunità per accelerare il percorso strategico, gestendo nell'immediato le drammatiche conseguenze sociali ed economiche della pandemia ancora in atto. L'Italia sembra rappresentare l'eccezione: gli investimenti nell'economia della salute rappresentano il fanalino di coda del nostro piano, con soli 9 miliardi previsti sui 209 complessivi destinati al nostro Paese". E concludono: "Non investire in questa direzione, relegandola all'ultima voce del Next Generation Plan, significa che questa tragica pandemia non ci ha insegnato nulla e che in futuro saremo ancora più esposti sia sotto il profilo del sistema industriale che sotto quello della sanità. Dobbiamo perseguire questa sfida con il massimo di concretezza. Non c'è altra opzione possibile”.


SCUOLA: SULLA RIAPERTURA A GENNAIO MOLTI NODI ANCORA IRRISOLTI, DAL TRASPORTO AI DOCENTI

“A tre settimane dal fatidico 7 gennaio non si sa come avverranno gli scaglionamenti in ingresso e uscita dagli istituti: turni a seconda della classe e della disponibilità del trasporto pubblico, nonostante l’aumento dei fondi già stanziati dall'esecutivo per questo settore”. Così Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano al Sole24Ore. “Non sappiamo neppure se i nostri studenti saranno accolti da tutti gli insegnanti in cattedra: in molte scuole mancano ancora docenti, un ritardo record quello di quest'anno. Parlando con diversi dirigenti scolastici, da Palermo a Verona, emergono anche altre criticità ben lontane dall'essere risolte: il tempo pieno alla primaria o prolungato alle medie non è riconosciuto ovunque, proprio per mancanza di professori e servizi di supporto, a cominciare dalle mense. Tantissimi istituti, poi, per rispettare le regole sanitarie hanno riadattato i laboratori per ottemperare alle norme sul distanziamento: un danno gravissimo per i licei, ma soprattutto per gli istituti tecnici e professionali, dove oltre il 40% della didattica si svolge in laboratorio".


CSC: LA PANDEMIA CHIUDE MALE L’ECONOMIA NEL 2020 E ZAVORRA IL 2021. SERVIZI DI NUOVO IN ROSSO, REGGE A FATICA L’INDUSTRIA

“Profilo a V meno profondo. Il forte rimbalzo nel 3° trimestre (+15,9%) ha sostenuto il PIL italiano di quest’anno, ma la seconda ondata dell’epidemia iniziata a fine estate e le restrizioni per arginarla fanno stimare un nuovo calo nel 4°. Questo causerà un “trascinamento” statistico peggiore nel 2021, che parte più basso. Il risultato, nelle variazioni annue, è una minore caduta nel 2020, ma il rimbalzo sarà più contenuto l’anno prossimo”. È quanto si legge nella Congiuntura Flash di dicembre del Centro Studi che, inoltre, sottolinea come “cadono più i servizi dell’industria”. Nei servizi, infatti, si è registrata “una nuova flessione a novembre, sebbene meno marcata di quella di marzo-aprile; questo a causa dell’impatto sulla domanda delle restrizioni alla mobilità e anche per le chiusure parziali di alcuni settori, molti legati al turismo. Nell’industria, invece – spiega il CSC - il PMI indica una frenata, ma è ancora in territorio positivo; la produzione, però, sembra aver già invertito la rotta (-2,3% a novembre e -6,3% dal livello pre-Covid)”. I consumi tornano in calo con “un nuovo aumento del risparmio”, si riduce l’occupazione “dopo la breve ripresa in luglio-agosto”, il debito eccessivo delle imprese frena gli investimenti che “senza un solido recupero di fatturato accresce troppo il peso del debito e degli oneri finanziari, prosciugando le risorse interne e mettendo a rischio gli investimenti anche per il 2021”; l’export italiano vira al ribasso registrando “il primo calo in ottobre (-1,3%), dopo cinque mesi di risalita”, mentre gli scambi mondiali reggono tornando “in settembre ai livelli di febbraio”. L’Eurozona è in recessione, nonostante i tassi favorevoli, mentre incombe il rischio di una Brexit disordinata, il dollaro è sempre più debole e il petrolio più caro.


Leggi la lettera al Corriere della sera di De Sanctis, Dompé e Rocca sull’economia della salute e la Congiuntura Flash di dicembre

Ultima modifica il Venerdì, 18 Dicembre 2020 11:33
Alessandra Di Nardo

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