Da "Il sole 24 ore"
Venerdì, 02 Settembre 2022 09:37

SUPERBONUS – ALLARME per rischio fallimento delle imprese_Comunicato stampa Ance Abruzzo

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Pubblichiamo il comunicato stampa del 1 settembre 2022 a firma del Presidente ANCE Abruzzo e ANCE Chieti Pescara Antonio D'Intino.

Oggetto: SUPERBONUS – ALLARME per rischio fallimento delle imprese

Raccogliamo il grido di dolore e la frustrazione delle nostre imprese che stanno subendo una situazione paradossale per la mancata possibilità di monetizzare i crediti fiscali, relativi a lavori eseguiti, con rischio di fallimento di circa trentamila aziende, a livello nazionale, e di almeno mille in Regione, in quanto non si è nelle condizioni di pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi con conseguenze drammatiche sui livelli occupazionali e sulla tenuta stessa della filiera.

Ci riferiamo, in particolare, al mercato della cessione del credito che è completamente bloccato a causa dei continui interventi normativi, con una media di una modifica al mese solo da inizio 2022, con la conseguenza di rendere estremamente rigido l’atteggiamento delle banche e degli intermediari finanziari che avevano garantito l’acquisto dei crediti

Ultima mazzata con la circolare di giugno dell’Agenzia delle Entrate che ha coinvolto i concessionari nel recupero della detrazione “indebitamente fruita”, anche in casi non previsti dalla norma, laddove il cessionario ometta il ricorso alla specifica diligenza richiesta.

In una fase in cui gli istituti bancari si stavano ancora organizzando per adeguarsi alle ultime modifiche che consentivano la “quarta” cessione, in modo da avviare lo sblocco degli oltre 5 miliardi di euro già incagliati nei cassetti fiscali, è intervenuta una circolare che investe le banche di un onere di diligenza nei controlli non delineato che, di fatto, aggrava la condizione di sudditi delle imprese rispetto all’istituto, per la possibilità di cessione, e con la conseguenza di alimentare un mercato di svendita dei crediti.

Con questi provvedimenti non si combatte la frode ma si scatena una economia al ribasso con esiti letali, con questi provvedimenti si stanno generando ritardi ed incertezze tali da bloccare l’unico comparto che, grazie agli effetti eccezionali degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni, ha stimolato la ripresa post covid contribuendo, nel 2021, al l’1% del PIL, ed al 4% con i settori collegati.

I dati, nonostante tutti gli ostacoli, evidenziano che è elevato il potenziale di questa detrazione, nel mese di luglio 2022 il totale degli investimenti ammessi a detrazione ha sfiorato i 40 miliardi di euro su 223mila cantieri e lavori conclusi per circa 28 miliardi di euro.

In Abruzzo, al 31 luglio si rilevano 1 miliardo e 270 milioni di investimenti ammessi a detrazione e 900 milioni di euro di lavori conclusi su circa seimila cantieri.

Si tratta di lavori che ci indirizzano concretamente sulla via di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, con un forte impatto sulla qualità della vita dei cittadini, in quanto prevedono misure finalizzate alla sostenibilità ambientale, all’economia grenn ed al miglioramento dell’efficienza sismica ed energetica degli edifici, centrando a pieno una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro, dichiarata nell’obiettivo Transizione Ecologica del PNRR.

Fatti salvi i benefici sismici, energetici ed ambientali, il superbonus 110%, unito al meccanismo di cessione del credito, ha prodotto valore aggiunto perché ha inciso positivamente sul PIL con la registrazione del più 6,6 per cento dell’anno scorso, con quattro punti che sono merito dell’edilizia con i settori collegati!

In una fase storica caratterizzata dalla ripresa dell’inflazione che ormai sfiora le due cifre percentuali, è doveroso e giusto moralmente incentivare provvedimenti che, oltre i benefici diretti, stimolano gli investimenti, riducono l’evasione fiscale ed il lavoro nero.

A fronte di questo scenario, è necessario intervenire con urgenza per riattivare il mercato delle cessioni perché la maggior parte delle imprese rischia di dichiarare il fallimento trovandosi con cassetti fiscali pieni di crediti inutilizzabili e non monetizzabili.

Chiediamo un atto di responsabilità al Governo, di coerenza e di rispetto degli impegni assunti e delle aspettative assicurate altrimenti corriamo il rischio di destrutturare un settore vitale per l’economia e l’occupazione e per la stessa tenuta sociale. Anche in vista della conversione in legge del Decreto Aiuti – Bis è necessario individuare le soluzioni per superare queste distorsioni che, con il maldestro tentativo di bloccare le frodi, hanno il solo effetto di mettere in ginocchio il sistema sano e produttivo del paese.

Rivolgiamo il nostro appello al Governo in carica, per volersi adoperare urgentemente su questi temi, rinnoviamo la massima disponibilità a confrontarci sulle proposte concrete che abbiamo avanzato ed indirizziamo le nostre pressanti richieste di attenzione alle forze politiche candidate alle elezioni del 25 settembre affinché assumano impegni chiari con il nostro settore costituito, all’ottanta per cento, da piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che caratterizzano il patrimonio imprenditoriale nazionale e che, ormai, è ad un passo dal default finanziario.

MANIFESTO SUPERBONUS

Premesse

1) Il Superbonus ha valore antisismico, ambientale, energetico

I lavori in SUPERBONUS ci indirizzano concretamente sulla via di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, con un forte impatto sulla qualità della vita dei cittadini, in quanto prevedono misure finalizzate alla sostenibilità ambientale, all’economia grenn ed al miglioramento dell’efficienza sismica ed energetica degli edifici, centrando a pieno una direttrice imprescindibile dello sviluppo futuro, dichiarata nell’obiettivo Transizione Ecologica del PNRR.

- Il patrimonio edilizio italiano è vetusto e molto energivoro, a differenza di quello di altri Paesi Europei.

- Rispetto ai 12,2 milioni di edifici residenziali esistenti censiti dall’ISTAT, circa 7,2 milioni (il 60%) sono stati costruito prima del 1980; 5,2 milioni (42,5%) hanno più di 50 anni e più della metà delle abitazioni - oltre 16 milioni - sono state realizzate prima del 1970.

- I circa sette milioni di edifici che necessitano di intervento possono sviluppare una cifra di affari in lavori di almeno seimila miliardi che, evidentemente, possono essere svolti solo in un arco temporale molto lungo.

- Gli interventi di riqualificazione energetica in Superbonus abbattono mediamente il fabbisogno energetico di un edificio del 50%, riducendo i consumi e costi.

- Gli interventi di riqualificazione energetica in Superbonus producono una riduzione importante delle emissioni di CO2 nell’ambiente.

2) Il SUPERBONUS ripaga i costi pubblici e moltiplica gli investimenti

- Ogni euro investito sul Superbonus ne ha generati più di tre;

- Nel quadro degli investimenti attivati dagli incentivi fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica nel 2021, con il 110% a fare da traino, il saldo per il sistema economico del Paese risulta positivo per quasi 4 miliardi di euro.

3) Il SUPERBONUS stimola economia ed occupazione

- Lo stato attuale dei cantieri, con monitoraggio a cura di ENEA e del Ministero della Transizione Ecologica, aggiornato al 30 giugno 2022, certifica 199.000 cantieri edili di Superbonus aperti in Italia per 35 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione.

- Stiamo parlando di oltre l’1% del PIL, il 4% con i settori collegati.

- Il Superbonus ha contribuito a creare oltre 300.000 nuove assunzioni dirette.

- In Abruzzo, al 30 giugno, si rilevano 5.400 interventi con 1 miliardo e 200 milioni di euro di lavori ammessi a detrazione e 802 milioni di investimenti per lavori conclusi.

Alcune criticità

L’esplosione dei prezzi, con carenza di materiali ed attrezzature, la mancanza di manodopera qualificata, di tecnici, di imprese disponibili, rispetto ad una richiesta del mercato che supera ogni attuale disponibilità, sono alcuni tra gli aspetti deboli che rallentano il treno in corsa, senza dimenticare problematiche e rallentamenti causati dalla diffusione della pandemia.

Non è possibile sottovalutare la difficoltà delle imprese a reperire addetti per portare a termine i lavori in tempo.

Ad oggi, si stima la mancanza di almeno 300.000 lavorati a livello nazionale, di 6.000 lavoratori a livello regionale, e le richieste aumenteranno con l’avvio delle opere del PNRR.

Quali sono le principali richieste del settore delle costruzioni?

1) Intervenire prioritariamente sul criterio temporale, con effetti immediati sulla riduzione della concentrazione della domanda, in modo da garantire programmazione degli investimenti industriali, stabilizzazione delle assunzioni nei diversi settori della filiera, idonea produzione e fornitura dei materiali e degli strumenti di lavoro, idonee condizioni di sicurezza nei cantieri e qualità dei lavori, oltre che la giusta programmazione degli interventi da parte dei proprietari.
Garantire un arco temporale di applicazione di almeno un decennio inserendo, se del caso, un tetto annuale anche di “soli” 15 miliardi e con lavori da eseguire da parte di imprese qualificate, in modo da contrastare un proliferare di immissione nel mercato da parte di operatori improvvisati, senza alcuna garanzia di buona realizzazione dei lavori e con rischio di sperpero di fondi pubblici.

2) Rivedere il criterio di progressiva diminuzione della percentuale di agevolazione per i condomini, che scende al 70% nel 2024 ed al 65% nel 2025, per evitare, di fatto, una fine dei lavori al 2023.
Questo blocco si verificherebbe per la prevedibile mancanza di disponibilità al co finanziamento in capo a condomini meno abbienti per i quali, invece, potrebbe essere inserito il criterio del reddito ISEE, in modo da non vanificare la portata di una misura diretta, all’origine, proprio verso i grandi compendi immobiliari dove è sempre risultato un miraggio avviare i lavori, sia per il conseguimento della volontà assembleare che per la mancanza di disponibilità economica di alcuni.

3) Garantire un sistema di regole certe e univoche a supporto dei professionisti, delle imprese e degli uffici pubblici coinvolti;

4) Rapporto chiaro con gli istituti finanziari;

5) Definire più adeguati e chiari strumenti operativi;

6) Rendere efficaci i procedimenti di monitoraggio e di controllo.

Ultima modifica il Venerdì, 02 Settembre 2022 11:24
Laura Federicis

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