Il 4 settembre scorso la Corte di Giustizia UE ha dato ampia adesione ai rilievi mossi da Confindustria nel ricorso sulla compatibilità della disciplina sui cd. “costi minimi” dell’autotrasporto con le norme del Trattato UE in materia di concorrenza.
La sentenza chiude una fase importante di una lunga battaglia condotta da Confindustria e dal suo Sistema Associativo contro questo sistema di tariffazione obbligatoria dei servizi di autotrasporto merci, iniziata con l’introduzione dell’art. 83-bis della Legge 133/2008, che cancellava la liberalizzazione introdotta appena nel 2005 fortemente e lungamente sostenuta dalle imprese della committenza industriale.
In particolare, l’azione di Confindustria si è fatta più stringente a seguito dell’estensione dei “costi minimi” anche ai contratti stipulati in forma scritta, con la Legge 127/2010, per contrastare in ogni sede tale disciplina (Parlamento, Governo, convegni, mass media, ecc.), e ha intrapreso, in via autonoma e insieme alle principali Federazioni/Associazioni interessate, tre diverse iniziative per l’abrogazione di tale disciplina:
L’iter presso il TAR si è interrotto con Ordinanza n. 2721 del 15/3/2013 di rinvio alla Corte di Giustizia UE, richiedendo un giudizio di compatibilità della disciplina nazionale rispetto al Trattato UE. Confindustria e le sue Federazioni e Associazioni interessate si sono costituite presso la Corte di Giustizia, presentando una propria memoria a sostegno dell’incompatibilità dei costi minimi.
La Sentenza CGUE del 4 settembre scorso ha pienamente accolto le tesi di Confindustria, dichiarando l’incompatibilità della normativa dei “costi minimi” con la disciplina comunitaria in materia di concorrenza.
Si apre ora una fase difficile di confronto interno, col Governo e le Associazioni dell’autotrasporto, per recepire la decisione della CGUE nel nostro ordinamento, tenendo conto che sono tuttora pendenti il giudizio dinanzi al TAR Lazio, che dovrà esprimersi sulla nullità degli atti amministrativi che hanno attuato i “costi minimi”, e un ricorso incidentale dinanzi alla Corte Costituzionale, promosso dal Tribunale di Lucca avente per oggetto la legittimità costituzionale della stessa disciplina.
Vi comunicheremo ogni sviluppo sulla delicata questione non appena ci saranno novità circa le azioni che il Governo vorrà intraprendere per il recepimento della decisione oltre naturalmente alla definizione del ricorso incidentale alla Corte Costituzionale.
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